C’è ancora molta confusione sui termini per la classificazione dei macchinari usati all’interno dei magazzini.
Ci troveremo sempre davanti a parole specifiche: carrello elevatore, transpallet, stoccatore, elevatore e sollevatore.
Le due opzioni più comuni per trasportare merci all’interno di un magazzino o deposito sono il carrello elevatore e il transpallet. Possono sembrare simili a prima vista, ma ci sono differenze fondamentali tra i due che vale la pena capire per scegliere la soluzione migliore.
Innanzitutto, è importante specificare che “muletto” è il sinonimo di carrello elevatore. Parliamo di un veicolo industriale in grado di sollevare carichi pesanti utilizzando le sue forche. La capacità di sollevamento si differenzia in base al modello, ma in genere varia dai 1000 chilogrammi in sù. Il carrello elevatore può essere a motore elettrico, benzina, gpl, metano o diesel. È progettato per sollevare carichi su pallet e non, e può muoversi su lunghe distanze all’interno del magazzino. Il personale incaricato ha bisogno di una formazione pratica e teorica per ricevere l’apposito l’attestato per la conduzione.
Il transpallet, d’altra parte, è un dispositivo manuale o elettrico che può sollevare e spostare i carichi su un pallet. A differenza del carrello elevatore, il transpallet è progettato per sollevare carichi leggeri o medi, generalmente fino a 2500 chilogrammi. Utilizzato per muovere i carichi all’interno dei magazzini su brevi distanze. È facile da usare e ha bisogno di una formazione di 8 ore per la conduzione. In termini di costi, il transpallet è una soluzione più economica rispetto al carrello elevatore.
In conclusione, cosa scegliere fra carrelli elevatore e transpallet? Dipende dalle esigenze specifiche dell’azienda.
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